La camera azzurra

La camera azzurra
di Georges Simenon
Adelphi

Trama
"Sei così bello" gli aveva detto un giorno Andrée "che mi piacerebbe fare l'amore con te davanti a tutti...". Quella volta Tony aveva avuto un sorriso da maschio soddisfatto: perché era ancora soltanto un gioco, perché mai nessuna donna gli aveva dato più piacere di lei. Solo quando il marito di Andrée era morto in circostanze non del tutto chiare, e Tony aveva ricevuto da lei il primo di quei brevi, sinistri biglietti anonimi, solo allora aveva capito, e aveva cominciato ad avere paura. Ancora una volta, nel suo stile asciutto e rapido Simenon racconta la storia di una passione divorante e assoluta, che non indietreggia nemmeno di fronte al crimine. Anzi, lo ripete.

***
Non avevo mai letto nulla di Simenon e ancora mi chiedo perché. Eccoci arrivati alla recensione del primo libro letto insieme alle mie "compari" del club del libro "Liberamente". Parto col dire  che questo romanzo (breve) non ci ha lasciato indifferenti, ma anzi ha alimentato il dibattito. Sono emersi molti spunti riflessione sul ruolo della donna, sui tradimenti, sui messaggi che trasmettono i libri. Su una cosa abbiamo tutti concordato: Simenon scrive bene, tanto che spesso invece di leggere ci sembrava di guardare un film.
Personalmente sono stata catturata da questa storia di tradimenti, passione e omicidi ambientata nella campagna francese degli anni Sessanta. Mi ha colpito il fatto di avere da una parte un protagonista completamente anaffettivo, Tony, un uomo che non dà peso a ciò che dice o che fa e si ritrova assorbito in una spirale che lo porterà alla distruzione. Dall'altra una donna estremamente passionale e probabilmente anche un po' folle, Andrée, che onestamente inquieta per la sua brama di possessione, che emerge negli atti sessuali (ad esempio "marchiando" con dei morsi il protagonista), ma anche nel suo affrontare la vita. Una donna che io non ho potuto fare a meno di confrontare in continuazione con la moglie di Tony, tipica casalinga, dedita alla famiglia e in maniera quasi maniacale alle abitudini e alle faccende domestiche. Una donna che non chiede, ma che emerge come un porto sicuro nella mente del protagonista.
La struttura del romanzo mi ha intrigata particolarmente, perché gli eventi ci vengono raccontati al passato grazie a interrogatori e incontri con lo psicologo: così scopriamo piano piano cosa è avvenuto e dove ci vuole portare l'autore. Non ci sono grossi colpi di scena, aspetto che forse lo allontana un po' dal giallo.
Lo stile di scrittura è evocativo, dettagliato e interessante. Simenon ricorre anche a ripetizioni di alcune frasi per trasportare maggiormente il lettore nella mente del protagonista, tanto da farci sentire (come lui)  braccati dagli eventi. Una scrittura pesata, dove i termini sono scelti con grandissima attenzione.
Quello che è emerso dall'incontro del club del libro (che si tiene nell'hotel - ristorante Pineta a Cavi di Lavagna) è che la camera azzurra non è altro che la via di fuga di ognuno di noi, per Tony e Andrée era il luogo dove incontrarsi per consumare la passione, per me  - come per altri -  un buon libro…. Tutti noi abbiamo la nostra camera azzurra.
Buona lettura.

1 commento :

  1. Non sai cosa darei per partecipare al tuo club del libro <3
    Partecipo indirettamente da qui, dicendo che questo libro mi è piaciuto moltissimo, e che Simenon è un autore di cui ho apprezzato ogni cosa letta. Ha uno stile speciale, e meriterebbe davvero di essere riscoperto <3

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