Recensione: Bossman

«Credo che mi ci sia voluto tutto questo tempo per capire cosa volesse dire andare avanti. Non significa dimenticare ciò che ti lasci alle spalle. Significa trasformarla in un ricordo e decidere di avere un futuro senza di lei»

Bossman 

di Vi Keeland

Sperling & Kupfer

Trama

È durante il peggior appuntamento della sua vita che Reese incontra per la prima volta Chase Parker. Lei è nascosta nel corridoio del bagno di un ristorante e sta disperatamente chiamando la sua migliore amica perché la salvi da quella serata da incubo. Mentre lui, affascinante, brillante e sfacciato quel tanto che basta, sta ascoltando tutto. Dopo qualche battuta tagliente, i due tornano ai rispettivi tavoli. Reese è molto infastidita, eppure non può fare a meno di spiare di nascosto l'indisponente sconosciuto, seduto all'altro capo della sala. Quando improvvisamente lui si alza e si presenta al tavolo di Reese, è convinta che voglia smascherarla; invece, a sorpresa, lui si siede e, fingendosi un amico d'infanzia, si unisce a lei e al suo accompagnatore, che ancora non ha smesso di parlare della madre. D'un tratto la cena prende tutta un'altra piega. Ma, a fine serata, Reese è decisa comunque a ignorare l'interesse e l'attrazione verso l'intraprendente sconosciuto e a non rivederlo più. È convinta che sia un addio. In fondo, quante possibilità ci sono di imbattersi di nuovo in Chase Parker in una città di otto milioni di persone? Ma soprattutto... quante probabilità ci sono che lui finisca per essere il suo capo un mese dopo? La vita saprà sorprendere Reese con una tentazione irresistibile e una struggente prova d'amore.




Se c'è una cosa che ho capito di Vi Keeland (come della sua socia nella stesura di molti libri Penelope Ward) è che è bravissima nella costruzione dei personaggi, nel saper intingere la penna nell'ironia, nel creare libri scoppiettanti dalla prima all'ultima pagina
Bossman è uno di quei libri. Quindi leggete questa recensione e poi correte a comprarlo, perché ne vale sicuramente la pena!

«Essere spaventati è quando lasci che la paura controlli la tua vita, che ti impedisca di fare quello che vuoi. Quando sei spaventato ma guardi la paura negli occhi e vivi, quello è coraggio»

La prima cosa che si nota durante la lettura è lo stile dell'autrice, capace di far ridere ed emozionare il lettore ripetutamente. Mi piace tantissimo quando i libri mi ricordano la vita reale e in questo romanzo mi è successo.
E non è perché ho veramente incontrato un imprenditore bello bellissimo, divertente e molto sensuale (naturalmente sto scherzando). Ma perché i dialoghi che è riuscita a costruire sono totalmente reali, talmente perfetti, da farci essere lì con i protagonisti durante la lettura.
Chi mi segue da un po' sa che sono una feticista dei dialoghi. Scrivetemi battute perfette, sagaci, brillanti e vere e io cadrò ai vostri piedi. Vi Keeland ci riesce alla perfezione rendendo la lettura un'esperienza totalmente piacevole, traghettando il lettore attraverso la storia senza alcun intoppo, ma con grande entusiasmo e coinvolgimento.

Naturalmente un buon linguaggio e uno stile brillante non servono a nulla se non ci sono personaggi capaci di emergere dalle pagine. E Vi Keeland riesce anche in questo compito tratteggiando caratteri  e atteggiamenti che prendono al cento per cento il lettore. Prendiamo Chase, ad esempio, con la sua grande capacità imprenditoriale che denota una spiccata intelligenza, ma anche quella simpatia, quell'ironia che ce lo mostrano come un uomo brillante, passionale e capace di mettersi nei panni degli altri. Oppure Reese che deve faticosamente ricostruire se stessa, che ha una passione incredibile per quello che fa, che sa rispondere con il giusto tono alle provocazioni (divertenti e non solo).

Il risultato di tutto questo è Bossman: un libro intelligente, divertente e che ci cattura senza lasciarci più!

Buona lettura

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