La loro posizione testimoniava una comunicazione complessa fra i due, qualcosa che avevo sempre pensato si fosse perduto nel tempo. E adesso l’avevo trovata. Un rapporto, un sentimento, uno sguardo: le cose che non si fossilizzano sono le più importanti.
L’ultima dei Neanderthal
di Claire Cameron
Sem
Trama
Quarantamila anni fa. L'ultimo gruppo famigliare della specie Neanderthal vaga sulla Terra, in un ambiente sempre più ostile. Dopo una stagione terribilmente difficile, sono rimasti in pochi. Tra loro c'è Ragazza, la figlia più grande. È nell’età della riproduzione e la sua famiglia è determinata a recarsi nel luogo conosciuto per gli accoppiamenti: Ragazza deve trovare un compagno per salvare la specie. Durante il cammino, però, le condizioni ambientali peggiorano in modo drammatico e il gruppo si disperde. Ragazza viene allontanata. Con lei c'è solo Cucciolo, un trovatello accolto nel gruppo qualche tempo prima. In condizione di costante pericolo e con l'avvicinarsi di un altro inverno glaciale, Ragazza si rende conto di avere una sola possibilità per salvare il suo popolo, anche se questo significa sacrificare se stessa. Ai giorni nostri, l'archeologa Rosamund Gale vuole portare a termine un'importante campagna di scavo, dove ha lavorato negli ultimi tempi, prima che nasca il suo bambino. Mancano poche settimane al parto, ma portare alla luce nuovi reperti fossili della specie Neanderthal è per Rose un impegno esaltante. Rose e Ragazza sono legate da un filo sottile e allo stesso tempo molto forte attraverso i millenni. Tra preistoria e storia, le due donne hanno vissuto la medesima esperienza di maternità, condividendo in modo misterioso e sorprendente la stessa passione per la vita. Un libro commovente e ricco di suspense, intenso e incalzante, che porta il lettore a riconsiderare i termini della grande domanda: cosa significa essere umano?Due donne, due esistenze diverse ma simili, due ere geologiche lontane decine di migliaia di anni. Un filo sottile ad unirle.
Sulle guance aveva le due striature nere e ocra
della famiglia e un ciuffo di capelli rossi le spuntava dritto sulla testa.
Intorno al collo portava una conchiglia appesa a una cordicella
Perché esiste la vita? Il dubbio su quale sia lo scopo
della mia esistenza mi tormenta da sempre. Il giorno in cui ho trovato lei, una
Neanderthal sepolta da moltissimo tempo nella terra, ho avuto la risposta.
La saggezza di Grande Madre era necessaria.
Soltanto i migliori istinti potevano permettere a un corpo di raggiungere la
vecchiaia, e lei aveva insegnato a Ragazza che vivere la propria vita, cavalcando
le stagioni agitate, significava andare incontro a un cambiamento costante.
Quando dormivano formavano il corpo della
famiglia. Immaginavano il loro stare insieme come un unico corpo che viveva e
respirava.
A sessantadue anni, Andy aveva deciso che la vita
era breve e aveva anticipato la pensione da una società finanziaria per
prendere un PhD in archeologia. Si definiva “uno che è sbocciato tardi”.
Andy è l’aiutante di Rose, un uomo simpatico e socievole, segnato dalla morte recente della moglie, ma con tanta voglia di fare, di conoscere, di esplorare, forse anche per distarsi dal suo dolore. Vuole molto bene a Rose, la consiglia e la supporta, e ha una dipendenza fisica da Dr. Pepper, la famosa bevanda gassata anglosassone.
In quella caverna i resti di una Neanderthal
giacevano insieme a quelli di un Homo
Sapiens. Sembrava che fossero morti
insieme […]. Forse erano stati sistemati in quella posizione da qualcuno che
pensava che avrebbero voluto essere uno davanti all’altro nella morte.
Da un punto di vista divulgativo, questo libro ci fa conoscere particolari della vita quotidiana dei Neanderthal, dei loro riti, delle loro gerarchie sociali, della loro lotta per la sopravvivenza. Allo stesso tempo, tratta temi importanti, quali la maternità delle donne lavoratrici e la difficoltà, più in generale, che hanno nell’affermarsi professionalmente.
La lettura è scorrevole, il ritmo è serrato e l’alternarsi dei due tempi narrativi (tempo dei Neanderthal e tempo contemporaneo) rende il tutto dinamico. Il linguaggio è semplice e corretto, più specifico ma pertinente quando si entra nel dettaglio archeologico.
Alcune cose che non ho apprezzato:
- Il personaggio di Rose si evolve nel tempo, soprattutto nel momento in cui capisce che da sola non può farcela, né nel privato né sul lavoro, e accetta l’aiuto di chi, in un primo momento, vede solo come una rivale: Caitlin. Quella stessa Caitlin che fino agli ultimi capitoli ci è mostrata come importante ed esperta primatologa, ma mai sotto un profilo umano. Fino a quando ci svela un importante e pesante segreto, che sembra a tutti gli effetti un pretesto narrativo.
- Al di là della simpatia, o meno, che il lettore può provare nei confronti di Rose, personalmente, però, non ho apprezzato molto la conclusione della storia, visto che una conclusione vera e propria non c’è. Mi sarei aspettata qualcosa in più sul ritrovamento, visto che il tutto è incentrato proprio su questo, invece si resta a bocca aperta, più per la delusione che per la tipica bellezza di un finale aperto.
A prescindere dal parere personale, un grande messaggio deriva da questa storia e l’autrice lo ribadisce spesso: le cose importanti della vita, in qualunque era si viva, sono quelle che non si fossilizzano, sono i sentimenti, i rapporti umani, i piccoli gesti di ogni giorno.
Buona lettura!
- Annalisa -
Queste pareti di roccia l’hanno tenuta al sicuro.
Irradiano il calore del giorno; avrebbe potuto essere il calore del suo corpo.
Aveva la mia stessa pelle. Lo stesso sangue le scorreva nelle vene. […] So che
se fossi stata tanto fortunata da incontrarla l’avrei guardata negli occhi e
avrei saputo chi era. E forse lei avrebbe saputo chi ero io. Siamo uguali.
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